Arcatempio

2025

Corten e Granito Tonalite dell’Adamello

cm 226x350x80

 

La forma della scultura evoca l’arca in duplice veste: quella di imbarcazione, veicolo dell’esistenza, metafora del viaggio umano attraverso la vita, e quella di scrigno sacro, custode di memorie, spazio di raccoglimento e riflessione. Come un tempio privo di pareti, “Arcatempio” lascia che il vuoto al suo interno diventi parte dell’opera, rivelando che la vera essenza non è nella materia, ma nella tensione tra pieni e vuoti, tra peso e leggerezza, tra stabilità e precarietà.

L’acciaio Corten, con la sua superficie ossidata, parla il linguaggio del tempo e della trasformazione: è un metallo che si plasma e muta, che accoglie l’azione degli agenti atmosferici per farsi testimone del cambiamento, come la condizione umana, segnata dal fluire degli eventi. Al suo interno, il granito tonalite dell’Adamello, con la sua immutabile solidità, è memoria della terra, resistenza e permanenza. La dialettica tra i due materiali diventa il cuore pulsante dell’opera: flessibilità e forza, transitorietà e radicamento, forma e materia convivono in un delicato gioco di equilibri.

L’arco, elemento portante della composizione, è insieme tensione e slancio, contenitore e passaggio, uno spazio che accoglie e al contempo invita al movimento. In questa sintesi formale e concettuale, “Arcatempio” si manifesta come un simbolo della condizione umana, sospesa tra la necessità di ancorarsi a una memoria e il bisogno di attraversare il tempo, tra la sicurezza dell’approdo e l’inevitabilità del viaggio.

L’arte, qui, non è solo materia, ma è narrazione del nostro esistere: un’arca che protegge e un tempio che ci trascende.

Category:

Big sculptures, SCULPTURES